Sono diventato un ologramma nel programma di Marco Camisani Calzolari

Con il caro amico, nonchè inviato di “Striscia la Notizia”, Marco Camisani Calzolari, sono stato teletrasportato, con un ologramma, all’interno del suo nuovo programma (“The late Digital Show”), a ben 1.500Km di distanza. Ad essere precisi, anche lo stesso studio televisivo era completamente virtuale, realizzato grazie all’utilizzo di modelli 3D. Si tratta di uno dei primi esperimenti di questo tipo, il quale potrebbe, nei prossimi anni, cambiare il modo con cui vengono effettuate delle importanti videocall o anche le stesse conferenze e convegni per cui, quantomeno prima del COVID-19, era obbligatorio spostarsi fisicamente. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cos’è successo e come!

Prima di tutto, vi lascio al video dell’esperimento, in particolar modo, al momento in cui sono stato teletrasportato all’interno del programma di Marco.

Come potete vedere, mi sono ritrovato “fisicamente” all’interno dello studio televisivo insieme a Marco, con il quale mi sono pure dato la mano come se fossimo nella vita reale. Un dettaglio che non è facile cogliere immediatamente è quello per cui la videocamera all’interno dello studio era in movimento, a differenza di un semplice sfondo. Ma non solo: i nostri corpi inquadravano sempre e comunque la videocamera, come accadrebbe in un programma televisivo “in carne ed ossa”.

Dove sta il trucco?

Il trucco, almeno concettualmente, è abbastanza semplice: dietro di me, era presente un telo di colore verde che ricopriva l’intero sfondo. Grazie al colore acceso del tessuto, è possibile indicare al software utilizzato per la live di cancellare tutto ciò che è di un determinato colore e, di conseguenza, di lasciare lo sfondo trasparente. Così facendo, qualsiasi immagine (o, come in questo caso, modello 3D) potrà prendere il posto del telo. Si tratta della stessa tecnica utilizzata anche all’interno dei film, che prende il nome di “Chroma key”. Nella pratica, soprattutto per una live, le cose non sono così banali e solo i mesi spesi da Marco nel fare centinaia di test hanno portato al risultato finale che avete visto poche righe sopra.

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